Carta geografica del Lombardo Veneto basata sulla cartografia di Adriano Balbi e incisa su acciaio da Cesare Maggi. In alto a destra una legenda elenca le suddivisioni territoriali con le 17 delegazioni del Governo di Milano e di Venezia, le 4 di Trieste e le 7 del Tirolo. Pubblicata a Torino nel 1826 dall’editore e mercante di Stampe di via Po, Giovanni Battista Maggi.
Adriano Balbi (1782 – 1848) è stato un geografo e statistico italiano del XIX secolo. Figlio di un governatore dell’isola di Veglia, Adriano Balbi esordì a Venezia con il testo “Prospetto politico-geografico dello stato attuale del mondo”. La pubblicazione di questo lavoro nel 1808 gli valse subito la cattedra di Geografia presso il Collegio di S. Michele a Murano e, dal 1811 al 1813, l’insegnamento della fisica al Liceo di Fermo. Tornato a Venezia, lavorò come funzionario della Dogana.
Nel 1820 visitò il Portogallo, dove raccolse diverso materiale per un “Saggio di statistica sul Regno del Portogallo e dell’Algarve” e per il testo “Varietà politiche e statistiche della monarchia portoghese” (pubblicato a Parigi nel 1822), che contiene alcune interessanti osservazioni sulla regione lusitana ai tempi della dominazione Romana. Nel 1821 si trasferì a Parigi, dove si trattenne sino al 1832 e dove pubblicò, in francese, i lavori che da tempo andava preparando. Fra di essi spicca l’ “Atlante etnografico del mondo” , in folio, opera di grande erudizione, dove le popolazioni vengono classificate a seconda della lingua. Ma il libro che gli diede fama internazionale fu il “Compendio di Geografia”. Quest’opera si fece notare per la novità dell’impostazione, nonché per l’abbondanza e l’esattezza delle informazioni, e divenne ben presto un classico, tanto che fu tradotta, in una forma ampliata, nelle principali lingue d’Europa e, in seguito, riedita da Henry Chatard nel 1872. In essa Balbi fonda lo studio della Geografia sui bacini idrografici. La diffusione e l’importanza di quest’opera fecero sì che egli fosse chiamato a Vienna dal Governo austriaco con il titolo di Consigliere per la Geografia e la Statistica. Dopo l’esperienza austriaca tornò in Italia, prima a Milano, poi a Venezia, dove morì nel 1848.