Deliziosa carta geografica che descrive in bel dettaglio i territori del Lombardo Veneto, dal Bergamasco al Golfo di Venezia, durante la dominazione Austriaca nell’anno 1794. La mappa incisa all’acquaforte da Giovanni Garti d’Alibrandi è arricchita dal titolo entro vignetta con scena agreste ed è tratta dalla rara raccolta denominata Atlante Geografico, prima stesura delle opera dell’abate Bartolomeo Borghi, pubblicata a Siena dall’editore Pazzini Carli nel 1796.
Bartolomeo Borghi, che Vermiglioli (Biografia degli scrittori perugini, 1829) definisce “uno dei migliori geografi dell’Europa”, nacque nel 1750 a Monte del Lago, in provincia di Perugia. Ordinato sacerdote nel 1774, trascorse i primi anni del suo mandato nel paese natale, poi a Magione e quindi a Sorbello (Cortona).
Appassionato studioso di geografia, applicò dapprima le sue conoscenze all’analisi delle terre a lui più familiari: nel 1770 scrisse Descrizione geografica, fisica e naturale del Lago Trasimeno (che sarà tuttavia data alle stampe per la prima volta solo nel 1821), e nel 1791 pubblicò negli atti dell’Accademia etrusca di Cortona una Dissertazione sopra l’antica geografia dell’Etruria, Umbria e Piceno, arricchendo entrambe le opere di una carta delle regioni descritte. Intanto la sua fama di cartografo, oltre che di geografo, cresceva, tanto da fargli ottenere le nomine a membro delle Accademie Cortonese e Reale di Firenze, e procurargli l’incarico, da parte di Pietro Leopoldo, di delineare la carta del catasto pubblico di Cortona e del contado di Castiglione.
Nello stesso tempo gli orizzonti geografici della sua attività si allargavano sensibilmente, e se nell’Atlante Novissimo, illustrato ed accresciuto sulle osservazioni, e scoperte fatte dai più celebri e più recenti cartografi di Antonio Zatta (Venezia 1779-1785) il suo contributo fu ancora legato all’area toscana, nell’Atlante geografico che si pubblicò a Siena da Pazzini Carli tra il 1798 ed il 1800 il Borghi tracciò la maggior parte delle carte e spaziò dalle province del Sud-Est dell’Inghilterra, al Regno di Danimarca, alla Romania. Una sorta di prova generale, quest’ultima, della sua opera più importante, quell’Atlante generale dell’ab. Bartolommeo Borghi, pubblicato a Firenze nel 1819. L’Atlante, corredato da brevi descrizioni storiche, politiche, civili e naturali che introducono le carte relative ai territori afferenti a ciascun Impero o Regno illustrato, rispecchia il nuovo assetto geo-politico attuato dal Congresso di Vienna.
Vincenzo Pazzini Carli (Siena ? – 1769) Libraio, editore, stampatore attivo a Siena per circa quarantanni. Nelle dediche preposte alle opere sotto i suoi auspici, si sottoscriveva sempre e soltanto come “mercante di libri” o “mercante libraio”. Alla sua morte, avvenuta nel 1769, lasciava la sua avviata e ormai prestigiosa libreria ai due figli maschi, Giuseppe e Giovanni. Fu in realtà soprattutto il primo che continuò l’esperienza paterna, integrandola, in società con il fratello, a partire dal 1775. Furono proprio i due figli a portare a compimento, tra il 1798 e il 1801, l’Atlante generale. Il progetto era stato avviato dal padre, e il celebre cartografo Bartolomeo Borghi ne aveva intrapreso la compilazione delle carte, ma l’opera fu poi interrotta per l’avversità dei tempi e per la morte dell’editore.